Afrin nel mondo sommerso
Il Brahmaputra è un fiume che attraversa Tibet, India e Bangladesh. Lungo il suo corso resiste, tra un’isola di fango e un’altra, una popolazione poverissima, che le inondazioni recenti, dovute al cambiamento climatico, hanno messo in ginocchio. Il regista e reporter Angelos Rallis dal 2017 filma per cinque anni la quotidianità di Afrin, dodicenne incontrata durante le sue ricerche. Temporaneamente ospitata dalla zia perché orfana di madre e con padre lontano, la ragazzina combatte quotidianamente con le piogge torrenziali, cerca di arginare i danni raccogliendo e accatastando rami e canne di bambù attorno alla sua precaria abitazione. Carica su una zattera di tronchi una piccola capra, qualche recipiente di latta e i pochissimi oggetti utili e salvabili. Quando il monsone si placa e arriva la notte, la protagonista si arrampica sul tetto di lamiera della sua casa, per dormire. Oppure, se piove, si ripara sotto il tettuccio della sua canoa, aspettando che il temporale passi. Le inondazioni hanno distrutto tutto, sostentarsi è sempre più difficile.
Ecco perché il padre di Afrin è andato a cercare una nuova vita a Dacca, la metropoli capitale del Bangladesh. Lì si sposterà anche la ragazzina, per cercare il padre e sfuggire al possibile matrimonio, visto che a quattordici anni in quella parte del mondo si è già considerate “da marito”.
Tra cumuli di immondizia, e risorsa di sostentamento per molti della metropoli, Afrin si guadagna la vita: raccogliendo bottiglie di plastica per il corrispettivo di pochi centesimi di euro, si unisce a un trio di senza casa che diventano la sua nuova famiglia e vive un altro passaggio iniziatico.
Mix di documentario di osservazione e invenzione finzionale, realtà e fantasia, Afrin nel mondo sommerso va accolto come la testimonianza preziosa di un disastro ecologico e sociale ma anche come una fiaba magica e nera, un coming of age che invita a una nuova consapevolezza del pianeta.
Schedula per Ore
Mercoledì 15 gennaio
- 21:00
- Ingresso gratuito
- iniziativa nell'ambito del progetto D(i)ritti a tavola.