
FAV E GLI ALTRI
“Fav e gli altri” un progetto sperimentale di Maurizio Zaccaro realizzato con i ragazzi del corso di regia de “La Valigia dell’Attore”, interpretato dagli Attori del Centro di Cinema e Teatro “La Valigia dell’Attore” di Samuele Sbrighi e prodotto da LVDA Film con il patrocinio di Fic (Federazione Italiana Cineforum)
La ventenne Favour Obani, detta Fav, italiana afrodiscendente di famiglia nigeriana, lavora come
cameriera e baby sitter per guadagnare i soldi necessari per pagare la Scuola di Cinema e Teatro
che frequenta con ottimi risultati ma di nascosto alla famiglia che la vorrebbe “senza grilli per la
testa”, magari già sposata con qualcuno che ha le sue stesse origini.
Un giorno, causa l’aumento della retta mensile ormai diventata impossibile per le sue disponibilità,
la ragazza decide di abbandonare gli studi e di conseguenza anche il piccolo saggio che sta preparando per diplomarsi.
Il suo docente di regia, Guido, cerca d’aiutarla come può. Per farlo non indugia a scontrarsi apertamente con la famiglia di Fav ma soprattutto con la “proprietà” della scuola rappresentata da un’arcigna direttrice senza scrupoli né etica.
La realizzazione di “Fav e gli altri “ha avuto luogo interamente a Santarcangelo di Romagna da ottobre 2023 a ottobre 2024. Un anno esatto durante il quale i ragazzi che hanno frequentato il nostro corso di sceneggiatura e regia sono stati ad una vera e propria bottega artigianale per capire, oltre alla tecnica necessaria, anche come sia possibile adattare un’idea in un film che dura più di ottanta minuti a costo zero (sono stati spesi in tutto meno di 5000 euro), quindi in modo totalmente indipendente. Questo è stato fin dall’inizio il nostro obiettivo e quello che avevamo promesso ai ragazzi. Siamo stati di parola, ma tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza l’apporto e l’incrollabile fiducia dei nostri giovani per un progetto tutt’altro che facile, le cui possibilità di riuscita non erano per niente scontate. Ora “Fav e gli altri” esiste ed è nelle mani di questi giovani e giovanissimi aspiranti registi (alcuni avevano solo 17 anni). Sarà il loro biglietto da visita o, quantomeno, un passaggio importante sul loro curriculum. Al di là del valore estetico e narrativo del progetto, ne siamo orgogliosi: questa dovrebbe essere una “scuola non scuola” di cinema, soprattutto quando si colloca ben lontano da Roma.